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Eclettica ed imprevedibile, originale e sognante, l’artista riesce ad esternare con gestuale slancio le emozioni che nascono dal profondo, rivelando fantasia e freschezza di idee. Valgono talune tele che rivelano l’allegoria al gioco della vita: le barchette di carta prese nel gorgo dell’acqua travolgente; la regata che s’accende – nella competizione – di improvvisi vortici dinamici; il personaggio importante che si rivela… pressante! Basta un simbolo ad esternare nell’artista l’azione, il pensiero, l’idea, il momento cardine, ecc. In “Anelito” sconvolge i parametri, puntando nel segno.
Prof. Antonino DeBono su "Arte Più Arte"

[...] Il suo segno è deciso e vorticante e ludico e astratto e danzante. La sua pennellata larga e sicura e continua girovaga festevolmente sulla tela per fermarsi solo al bordo dopo aver evocato cellule scivolanti una sull'altra, cerchi o sanguigni pianeti saturnini rotolanti su un celeste ruscellare d'acque, candide e trasparenti vele sconfinanti all'infinito, danzanti coni contenenti preziosi liquidi e forme sinuose che s'agganciano in un abbraccio cosmico [...]
Siamo sicuri che potrebbe dipingere ad occhi chiusi [...] Mano capace da sola di creare linee morbide e delicate e flessuose, in un andamento circolare o curvilineo, talora piroettante o spiazzante come se un ironico e buffo ed esilarante Arlecchino la guidasse [...] La felicità di accostanti cromatici è accostabile alla leggerezza della musica del '700 [...]E'quel che ci colpisce in "Musica d'archi", visione sgorgata proprio dall'ascolto di una melodia d'archi. In "Vita" con un pelago sinuoso ed ondoso tagliato da una diagonale bianca la ricchezza cromatica e segnica rinvia ad una pluralità di significati: il mare della vita, la gran madre, gli amanti, l'amatrice. [...]
[...] Lei, con la partenza della sua mano ballerina, quando s’abbandona alla folata che le detta il cuore e al momento rapinosamente affermato d’impeto, ci dona immagini leggere di vele al vento, lamine curvilinee lambenti il cielo. Uno dei massimi risultati è proprio “vele al vento”: nella parte inferiore si raggruma e si densifica una struttura emisferica, nella corrusca gamma del blu e sopra si librano e alitano al vento e quasi saettanti e balzanti vele.
In questi quadri si misura acquietandosi e trovando un approdo la sua duplice identità, pencolante più verso forme fluide, serpentine divincolate.
Espressione d’una pulsione alla vorticosa onda e irrefrenabile della vita che ti trascina e ti pungola a rischiare con tutto l’empito, ma per contrappeso anche, attratte da strutture più corpose dove trovare un “ubi consistam”. Anche il tendere attuale verso il versante di colori meno solari e più notturni come il blu e il celeste è un suggello di tale avanzare verso sempre più maturi approdi su una placata terraferma di un tempestoso temperamento “marino” [...]
prof. Leonardo Filaseta

E' difficile individuare un filo conduttore nell'arte di Bianca Trevisan. Diversi stili, idee e progetti si confrontano nella sua pittura, semplice ed esuberante. Tramite il colore pone in risalto la natura espressiva di una ricerca creativa che non si lascia classificare da schemi di sorta.Astratto, figurativo,espressionismo sono tutti elementi che la pittrice plasma con la sua intensa energia di comunicazione. La sua fantasia da' vita ad immagini vigorose nella composizione, sature di luce. La Trevisan non raffina artificiosamente il suo stile, non si diletta nell'aggraziato inutile e sterile. Con il suo dipinto l'autrice manifesta il senso delle proprie emozioni, la gioiosa liberazione costruita dal colore, dalla sua infinita magia. Ne consegue che il soggetto, inteso come "narrazione" non ha molta importanza al cospetto della vitalità dell'espressione, della sua insopprimibile necessità di manifestarsi. Da queste premesse culturali e psicologiche si origina un'arte che parla dell'esperienza reale della vita e a questa affida il contributo delle sue infinite e libere energie.
dr. Teodosio Martucci

Bianca Trevisan, opere recenti
La produzione recente di Bianca Trevisan, pur confermando a pieno titolo la sensibilità equilibrata delle prove precedenti, si distingue per la sperimentazione di nuovi materiali. La Trevisan interpreta così il lavoro dell’artista in modo aperto ed inquieto, decidendo proficuamente di non "riposare" sulla qualità degli esiti già raggiunti. Così l’aspetto materico si impone e si accompagna ora a rugosità di stampo magmatico e primigenio che imprimono una sorta di semplificazione delle forme. Gli spessori grezzi, poco controllabili in fase esecutiva, chiedono infatti segni più scarni ed essenziali, e dunque più diretti. La loro carica simbolica è come compressa ed inglobata nella materia che si fa così custodia e scrigno. E’ forse proprio questo il punto di maggior forza espressiva in queste opere: il loro carattere segreto, vagamente geologico, di "depositi" di significato. Questa nuova tecnica dall’effetto suggestivo, si concilia del resto in modo armonico con il patrimonio formale già espresso. La figura curvilinea e concentrica del vortice, nell’alternanza dei movimenti di chiusura e di pieno dispiegamento indica al contempo il raccoglimento che prelude al compiersi di una promessa. Lo stesso indirizzo si esprime nel lampeggiare delle luci nel buio, annuncio di un prossimo fiorire del giorno. Il materiale poetico di queste opere nuove è dunque di fattura più spirituale e la posizione dello sguardo è al mezzo fra il “già” e il “non ancora”. A sostegno di questa linea l’artista instaura con gioco sapiente una situazione squisitamente dialogica fra le rugosità aspre degli elementi materici, a tratti anche spigolosi e puntuti, e la superficie che li accoglie. Assolutamente liscia e con effetto di lucida laccatura, essa si offre al modo di un supporto che diventa motivo di rinforzo proprio in virtù della sua differenza costitutiva. E’ così infine, che si può azzardare il legittimo esercizio di una attribuzione immaginifica agli elementi di questa nuova cifra stilistica, ricavandone appunto la condensazione tutta poetica di un momento "originario": come per un piccolo grumo sul palmo della mano di un dio.
Stefano Crippa

Festa di Colori
La pittura di Bianca Trevisan (Biancus) è definibile come solarità di colori, dinamicità intesa come gioia di vivere, come luce interiore.
Le forme astratte e i colori sospesi come sogni magicamente impressi sulla tela avvincono lo sguardo conducendolo attraverso sensazioni di movimento giocoso in luoghi dove ognuno desidera ritrovarsi sollevando le grigie cortine della monotonia quotidiana.
Col magico pennello della sua fantasia ci trasporta in un mondo festoso altrimenti irraggiungibile che ci alimenta passando dagli occhi al cuore.
Grazie per questo dono di bellezza.
Annamaria Giustiniani

Colore, colore, colore ed energia creativa
Nessuno schema può rinchiudere l’espressione di Bianca Trevisan. Niente può frenare il senso di libertà e di coraggio che le sue opere comunicano.
Se per passione intendiamo la capacità di sentire e di creare, Bianca Trevisan comunica una prepotente passione per tutto ciò che è vitale e ci coinvolge, con la sua energia, in un gioco simbolico nel quale è facile farsi trascinare.
Prof. Vanna Mazzei

Un altro aspetto molto più libero nell’interpretazione artistica che si allontana dagli schemi precostituiti e che dà spazio ad un’immagine personale fatta di grande ariosità e colore, quindi una forte personalità nel proprio eclettismo.
Qui vediamo infatti tipologie molto diverse come questa veduta cittadina facilmente riconoscibile con l’immagine del tempo e del vortice che corre creando immagini vitali.
Stimola vedute spaziose e solari, vediamo questi mari avvolti da vortici di colori che creano anche l’idea del tempo, cappellini che volano in vortici di azzurro e blu, che ci possono ricordare anche il tempo della vita, il giovane col cappellino da marinaretto, l’adulto con quello da marinaio, è proprio un percorso. Due oli su carta ci mostrano giochi di colore completamente liberi che ci ricordano immagini degli anni 70, quella pittura che va liberandosi dalle nuove avanguardie, che andava così a vagare nelle tonalità di colore lasciate libere e che abbiamo visto anche nell’abbigliamento, nelle stoffe.
Queste immagini così vivaci sono del tutto libere e il colore dà la vitalità.
Cristina Quagliotti

Hanno scritto di lei:

"... hai intinto il pennello nell'arcobaleno della tua fantasia e ci hai donato splendidi colori di luce..."
Enrico Morandi

"La Trevisan esprime nel suo contemporaneo moderno un'intensità artistica che nelle cromie e forme trova una valenza concettuale e un'occasione importante per approfondire l'indagine esistenziale della condizione emotiva umana espressa, perché ogni sua opera è vissuta..."
Karpov K.S.